Pet therapy – corsi e convegni

27 marzo 2009

Nel corso del 2009 si terranno alcuni corsi/convegni che verteranno sulla pet-therapy.

Qui di seguito ve ne riportiamo alcuni:

Corso di introduzione su attività/terapie ed educazione assistita dell’animale.

Il corso organizzato da “Gli amici del randagio onlus” si prefigge l’obiettivo di formare nuovi volontari da inserire nel progetto Dog For Children. Per tale corso sono disponibili nr. 10 posti.

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Aspetti bioetici nella Pet Therapy

26 marzo 2009

Il presupposto bioetico su cui si fonda la Pet Therapy è che tra uomo e animale si instauri una relazione simili alle relazioni interpersonali e che come in ogni rapporto ci sia uno scambio di sentimenti, affetti, emozioni che influenzino in modo reciproco di due soggetti. Da ciò discende la possibilità di impiegare in senso terapeutico tale incontro. Questa è, tuttavia, anche la sfida che la Pet Therapy, da un punto di vista bioetico, deve affrontare: è possibile applicare un modello interattivo e comunicativo al rapporto interspecifico? E se sì, a quali condizioni?
Occorre elaborare un modello che sia rispettoso dell’identità di entrambi i partner e che quindi tenga in considerazione la diversità ma anche dell’asimetricità, inevitabile, del rapporto. Un modello, dunque, che miri alla tutela della dignità dei due soggetti e che sia attuabile e soddisfacente per tutti gli operatori sanitari.

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L’interesse della collettività e del paziente

25 marzo 2009

L’utilizzo degli animali in attività legate alla salute e al benessere dell’uomo è un argomento di notevole interesse se si considerano le iniziative legislative sempre più frequenti e gli interventi normativi di alcune regioni. Purtroppo i dati scientifici scarsi e probabilmente l’oggettiva difficoltà ad ottenerli secondo di “canoni” della medicina tradizionale rende difficile una scelta di politica sanitaria. Tale scelta non può trascurare possibili prospettive positive e il fatto che solo attraverso la diffusione e l’istituzionalizzazione di queste pratiche permette di acquisire dati scientifici sulla loro efficacia ponendo in modo specifico le basi per soddisfare le esigenze dei pazienti Questi stessi dati permetterebbero una migliore conoscenza delle modalità di utilizzo degli animali, permettendo un incremento del loro benessere.
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Pet Therapy – normativa italiana

24 marzo 2009

In Italia manca ancora una normativa organica su questa materia, anche se sono in fase di istruzione diversi disegni di legge. Esiste soltanto un Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 febbraio 2003 (Gazz. Uff. del 4.3.2003 n. 52) che recepisce l’accordo tra il Ministero della salute, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano del 6 febbraio 2003 in materia di benessere degli animali da compagnia e Pet-therapy (Gazz. Uff n. 51 del 3.3.2003) al fine di:

a) assicurare il benessere degli animali;

b) evitarne utilizzi riprovevoli, sia diretti che indiretti;

c) consentirne l’identificazione, attraverso l’utilizzo di appositi microchips (di cui abbiamo parlato in questo post);

d) utilizzare la pet-therapy per la cura di anziani e bambini su tutto il territorio nazionale.

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Pet therapy – normativa europea

23 marzo 2009

Prima di esaminare le specifiche norme giuridiche sulla Pet Therapy dobbiamo rapidamente considerare il lento sviluppo culturale attraverso il quale gli animali hanno assunto un rilievo giuridico crescente, segno del tentativo di individuare un modo diverso di concepire il rapporto tra l’uomo e tutte le altre forme di vita di cui si è fatta interprete la Dichiarazione universale dei diritti dell’animale, proclamata presso l’Unesco nel 1978.

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Bioetica / Lavoro d’équipe

20 marzo 2009

Il lavoro d’équipe

Nelle Terapie Assistite con Animali e in misura minore nel caso delle Attività Assistite e dell’ impiego degli animali da assistenza il gruppo di lavoro deve essere necessariamente ampio per comprendere tutte le professionalità occorrenti.
Il mantenimento di un equilibrio dinamico tra gli interessi umani ed animali nella gestione della relazione assistenziale o terapeutica richiede la presenza o quantomeno la sovrintendenza di diverse figure professionali (vedi questo post). Queste figure devono saper comprendere le condizioni fisiche e comportamentali degli animali per evitare malessere e alterazioni della relazione; inoltre, nell’interesse del paziente umano deve essere chiaramente raggiunta una condizione di reale efficacia in rapporto alle finalità previste e anche in relazione a possibili tecniche alternative.
Sia nella fase di progettazione sia in quella di applicazione bisogna produrre, anche se in tempi e modi diversi, le competenze necessarie per la cura del paziente umano (medici, psicologi, terapisti, ecc.), per la conduzione e le necessità dell’ animale (veterinari, comportamentalisti, conduttori e istruttori) e infine per la gestione della relazione (psicologi, zoo-antropologi ecc.).

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Pet Therapy e bioetica/3

19 marzo 2009

Il documento del C.N.B. vuole esaminare le linee etiche generali del rapporto con gli animali impiegati in attività legate alla salute e al benessere dell’uomo senza entrare nello specifico di particolari forme di Pet Therapy (Ippoterapia, onoterapia, delfinoterapia).
E’ necessario quindi soffermarsi brevemente sui complessi problemi costituiti dall’addomesticare un cane. La fase di addomesticare un cane richiede l’intervento dell’uomo in almeno tre funzioni fondamentali (protezione, nutrizione, riproduzione in allevamento). Questo intervento ha prodotto, nel tempo, una varietà di rapporti simbiotici che sono genericamente accomunati dall’eliminazione o riduzione dell’aggressività e dalla maggiore o minore ricerca della vicinanza. Tra un animale domestico per eccellenza come il cane e un animale selvatico per eccellenza possiamo individuare tante possibili forme intermedie di interazione che variano a seconda dell’animale, della cultura e del periodo storico.

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Bioetica – Animali da assistenza

18 marzo 2009

Nell’ambito dell’analisi dei possibili impieghi degli animali in attività collegate alla salute e al benessere umano si è preso in considerazione la possibilità di utilizzare gli animali da assistenza (generalmente cani).
Questo tipo di attività non rientra nell’ambito della Pet Therapy e richiede un addestramento intenso che ricorda per le sue peculiarità altri lavori che i cani svolgono quali il soccorso tra le macerie, cani anti-valanga e i cani addetti alla ricerca di sostanze stupefacenti.
Per quanto riguarda questo genere di attività la componente psicologica del rapporto con il cane pur essendo comunque importante ha una rilevanza inferiore rispetto al vero e proprio apporto materiale.

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Pet Therapy e bioetica/2

17 marzo 2009

Il Comitato nazionale per la Bioetica ha preso in considerazione una particolare sfera del rapporto tra esseri umani e mondo animale, ovvero le varie tipologie di relazione terapeutica o assistenziale che abbiano come finalità la promozione del benessere e della salute degli esseri umani. Nello specifico, il Comitato ha esaminato la cosiddetta Pet Therapy, l’addestramento degli animali da assistenza e, per quanto di pertinenza, la convivenza con un animale da compagnia (in un luogo di ricovero o nella propria abitazione) di un individuo particolarmente fragile da un punto di vista psicologico o fisico. Il C.N.B. parla di Pet Therapy anche se l’uso di questa terminologia non è preciso poiché non distingue tra attività assistite con animali (A.A.A.) e terapie assistite con animali (T.A.A.) che necessitano di un’analisi indubbiamente differenziata.

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Pet therapy e bioetica/1

16 marzo 2009

Il Comitato Nazionale Bioetica nel trattare della Pet Therapy (di cui abbiamo parlato in questo post), ha preso in considerazione diverse attività che suscitano interesse e speranze da parte della opinione pubblica e della comunità medica, svolte a vantaggio di esseri umani e attuate con l’impiego di animali. Nonostante la notevole diversità, le pratiche esaminate si caratterizzano per due tratti distintivi e comuni:

 – la ricerca della salute e del benessere umani;

– l’impiego di animali e la tutela del loro benessere.

Questo particolare utilizzo degli animali aumenta la necessità di un approfondito giudizio morale che implica non solo il rispetto che è oggettivamente dovuto ad ogni “essere senziente”, ma soprattutto il tentativo di realizzare una particolarissima forma di “alleanza terapeutica”.

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